La Prima Guerra Mondiale ha lasciato, anche a Vas, le sue cicatrici e i suoi monumenti. Lo storico locale Doriano Dalla Piazza ci ha fatto scoprire un monumento non troppo lontano dall'Anello: il castello dei morti...
Dopo la tragica disfatta di Caporetto del novembre 1917, l'esercito italiano si attestò lungo il Piave: la stretta di Quero, dove sorge ancora oggi il nuovo ponte, divenne uno dei capisaldi difensivi. Completato agli inizi del 1917, il primo ponte sul Piave nato per raggiungere la stazione ferroviaria di Quero ebbe vita breve: passati solo pochi dalla sua inaugurazione, il ponete venne fatto saltare dalle truppe italiane in ritirata. Il povero ponte ebbe una vita travagliata: fu subito ricostruito e nuovamente abbattuto, rifatto nel 1945, distrutto durante la seconda guerra mondiale e ancora nel 1966, a causa degli eventi alluvionali.
Tra 1917 e 1918 gli aspri combattimenti lasciarono in piedi ben poco dell'abitato di Vas e tra le due guerre mondiali il paese conobbe una forte emigrazione, tanto che alla fine degli anni Trenta del Novecento un terzo della popolazione aveva lasciato la casa natia. Arriviamo così al periodo dell'occupazione nazista e alle volontà del reich che volle erigere a Quero un monumento per onorare i propri caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
Eretto in porfido scuro strappato al Passo Rolle, il Totenburg è "un cubo di perfezione teutonica dove minimalismo, simbologia esoterica e giochi di luce naturale incutono solennità e al tempo stesso timore per chi, varcando la stretta porta di accesso, intende conoscere la genesi di uno dei più importanti sacrari militari germanici in Italia".
Il Totenburg di Quero, letteralmente "fortezza dei morti", è uno dei più importanti memoriali tedeschi all'estero. Venne progettato dall'architetto Robert Tischler e edificato tra il 1936 e il 1939 per dare degna sepoltura alle spoglie di 3463 soldati tedeschi e austro-ungarici caduti nelle battaglie sul Grappa tra il 1917 e il 1918, provenienti da diversi cimiteri di guerra già esistenti in zona. Fu scelta la piccola collina morenica del Col Maor, dove esisteva già un osservatorio militare in posizione dominante verso il corso del Piave. Se il monumento ti incuriosisce, leggi l'articolo di Giovanni Carraro.
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